Ma la grafia cambia con l’avanzare della età?
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Appare evidente che le questioni relative alle tempistiche delle vergature di sicura provenienza della mano scrivente sono importanti, soprattutto se siamo difronte a grafie da porre come comparative, infatti è risaputo che la grafia con il passare degli anni viene a modificarsi per vari motivi, vuoi per l’età che avanza, o per patologie, o per traumi e/o per l’eventuale uso di mezzi correttivi che incidono con il non più libero uso degli arti e dell’apparato visivo.
Ma ad ogni buon conto è stato comunque provato che non è esattamente così, infatti vi sono scritture che non variano, se non lievemente, il loro assetto di base con il passare degli anni.
Preciso che il fattore “senescenza” verosimilmente potrebbe, dico potrebbe, riflettersi nella grafia, nel senso che con l’alzarsi dell’età anagrafica la scrittura subisce si evoluzioni, ma queste potrebbero essere più o meno rapportabili e visibili.
Infatti i segni dell’invecchiamento grafico possono essere presenti anche tenuamente, ovvero decisamente essere del tutti assenti; questo, come già precisato, anche in stretta correlazione con l’insorgere o meno di determinate patologie, del peggioramento dell’integrità fisica e dall’assunzione di taluni farmaci.
A quest’ultimo proposito, giova riportare un particolare considerevole, ovvero quello che l’assunzione di farmaci, in alcuni casi, può comportare significativi giovamenti, non solo fisici, ma correlatamente anche nell’apposizione della grafia.
Il Prof. Alberto Bravo, in “Variazioni Naturali e Artificiose della Grafia” – Libreria Moretti Editrice Urbino 1998- in merito al rapporto invecchiamento/grafia, a pag.58 cap.2.7 – Fasi e fenomenologie grafiche dell’invecchiamento, cita:
“ Dopo i 55-60 anni i movimenti scrittori, al pari di tutti gli altri movimenti, tendono a perdere l’elasticità per effetto dell’avviato invecchiamento delle cellule nervose: con la riduzione dell’elasticità si attenuano anche l’agilità, la prontezza dei riflessi, la coordinazione, la flessibilità.
E’ chiaro che questi processi non avvengono in tutti i soggetti a scadenze regolari e prefissate, poiché ciascuna persona ha fasi di evoluzione e di invecchiamento che sono soggettive e che, come tali, possono differenziarsi di molto rispetto alle fasi che qui ora si descrivono, pur rientrando comunque nelle fenomenologie di carattere generale che accompagnano le singole fasi ed il passaggio da una fase all’altra”.
Ed ancora aggiunge a pag.58:
“La presentazione delle grafie in relazione all’età, così com’è fatta in queste pagine, mira a delineare le fasi essenziali dell’arco evolutivo della vita in un quadro generale.
Non si vuole intendere che sulla base di una scrittura sia possibile determinare l’età precisa del soggetto scrivente, dal momento che, come ha precisato Moretti, “vi sono scritture di giovani che sembrano vecchi e viceversa (Moretti, 1955). Il processo di senescenza non interessa in maniera sincrona e simultanea tutte le funzioni dell’organismo, ma presenta una notevole variabilità intra ed inter individuale………..””.